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Home » Argomenti » Cambiamento climatico » Una strategia italiana per l’adattamento

Articolo stampato dal sito https://carlocarraro.org
Una strategia italiana per l’adattamento

Tags: adattamento, Strategia Nazionale di Adattamento, Unione Europea  |   Data: 7 Ottobre 2012  | Nessun commento

Adattamento_imgNel 1992, con la firma della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), 154 Paesi del mondo (oggi 195) affermavano congiuntamente l’obiettivo di stabilizzare le concentrazioni dei gas serra nell’atmosfera ad un livello tale da prevenire interferenze rilevanti di carattere antropogenico con il sistema clima.

 

In vent’anni, molto è stato fatto al fine di rispettare questo obiettivo, anche a fronte delle più recenti ricerche scientifiche sul tema che confermano il legame tra le emissioni di gas serra e il riscaldamento globale. Ciononostante, diversi ostacoli hanno rallentato questo cammino e le concentrazioni di gas serra, in continuo aumento, hanno già iniziato a farci sperimentare alcune delle loro conseguenze sul clima, come l’aumento degli eventi estremi (ad esempio ondate di calore, piogge torrenziali, inondazioni). Altri impatti attesi nei prossimi decenni sono inevitabili anche se si riuscisse nell’intento di ridurre drasticamente le emissioni.

 

E’ indispensabile continuare ad investire intensamente per attuare a livello globale interventi di riduzione delle emissioni ma, accanto agli sforzi di mitigazione, si rende sempre più necessario intraprendere delle azioni di adattamento ai quei cambiamenti nel sistema climatico e a quegli impatti che dobbiamo e dovremo affrontare, anche in Italia.

 

Le misure di adattamento che sono già state intraprese a diversi livelli (prevenzione dei disastri naturali, gestione sostenibile delle risorse, tutela della salute, …) devono essere integrate in un unico approccio strategico che ne garantisca l’adozione tempestiva, l’efficacia e la coerenza, considerando che esse possono implicare importanti ristrutturazioni in alcuni settori socio-economici particolarmente esposti alle evoluzioni del clima.

 

A questo scopo, e sulla scia di altri Paesi europei[1], il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) ha avviato un processo per l’elaborazione della Strategia Nazionale di Adattamento ai cambiamenti climatici. Tale processo, che non può prescindere da un dialogo strutturato con le parti interessate, con le istituzioni e con la società civile, comprende una consultazione pubblica sull’argomento. Gli stakeholder possono contribuire attivamente a comprendere le priorità, gli ostacoli di eventuali azioni e avanzare proposte compilando il questionario sviluppato dal MATTM con la collaborazione del Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici (CMCC) entro il 31 ottobre 2012.

Strategie di adattamento in Europa

Figura 1 – Paesi in Europa che hanno già adottato (in verde) o devono ancora adottare (marrone) una Strategia Nazionale di Adattamento

La Strategia Nazionale di Adattamento, che prevede anche la redazione di raccomandazioni e linee guida per sviluppare la capacità adattiva del Paese in vari settori e a vari livelli (nazionale, regionale e locale), sarà periodicamente aggiornata e sarà seguita dal Piano Nazionale di Adattamento, dedicato alla sua implementazione, all’attribuzione delle responsabilità e all’allocazione delle risorse economiche necessarie per adottare le misure previste.

 

Il percorso verso una Strategia Nazionale di Adattamento italiana, iniziato lo scorso 27 febbraio con l’incontro preliminare “Stato delle conoscenze riguardo ai cambiamenti climatici in Italia”, organizzato dalla Direzione Generale per lo Sviluppo Sostenibile, il Clima e l’Energia del Ministero dell’Ambiente, si inserisce in un contesto europeo di forte stimolo all’adozione di  strategie nazionali per l’adattamento in tutti i Paesi membri al fine di promuovere un coordinamento comunitario che si fondi sulla condivisione di informazioni e di buone pratiche.

 

Il quadro proposto dall’Unione Europea attraverso il Libro Bianco “L’adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d’azione europeo” prevede un percorso in due fasi, finalizzato ad aumentare la resilienza dell’UE per affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici, nel rispetto del principio di sussidiarietà e degli obiettivi trasversali in materia di sviluppo sostenibile.

La fase 1 (2009-2012), finalizzata a gettare le basi per preparare una strategia articolata dell’UE sull’adattamento, è incentrata su quattro assi di intervento principali: (i) Costituzione di una solida base di conoscenze sull’impatto e sulle conseguenze dei cambiamenti climatici per l’UE, (ii) Integrazione dell’aspetto dell’adattamento nelle principali politiche dell’UE, (iii) Utilizzo di una combinazione di strumenti politico-strategici (strumenti di mercato, linee guida, partenariati pubblico-privato) per garantire il conseguimento efficace degli obiettivi di adattamento e (iv) Accelerazione progressiva della cooperazione internazionale in materia di adattamento.

Si inserisce in questa prima fase la nuova piattaforma CLIMATE-ADAPT, uno strumento web interattivo sull’adattamento che vuole essere un luogo di condivisione e di supporto ai responsabili politici a livello europeo, nazionale  e regionale nell’elaborazione di misure e politiche di adattamento scientificamente fondate.

La fase 2 (dal 2013) sarà finalizzata all’attuazione della strategia europea di adattamento ai cambiamenti climatici che la Commissione intende presentare nei primi mesi del 2013 con l’obiettivo di sostenere gli Stati membri, le organizzazioni transnazionali e gli operatori locali con adeguate azioni a livello centralizzato.

 

Il processo di adattamento sarà lungo e progressivo, si estenderà a tutti i livelli e necessiterà di uno stretto coordinamento. Gli sforzi richiesti ai Paesi e ai cittadini sono rilevanti ma indispensabili. Intervenendo tempestivamente sarà possibile anticipare i danni potenziali e ridurre al minimo i rischi per gli ecosistemi, la salute umana, lo sviluppo economico, i beni e le infrastrutture e potranno sorgere nuove opportunità di vantaggio competitivo per quelle imprese europee all’avanguardia nelle strategie e tecnologie di adattamento.

Maggiori informazioni:

  • “Una Piattaforma europea per l’adattamento”, post su questo blog: http://www.carlocarraro.org/argomenti/il-clima-che-cambia/una-piattaforma-europea-per-ladattamento/
  • La piattaforma CLIMATE-ADAPT: http://climate-adapt.eea.europa.eu/
  • Il sito web del progetto europeo Water2Adapt sulla resilienza e la gestione delle acque: http://www.feem-project.net/water2adapt/index.html
  • Libro bianco “L’adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d’azione europeo“ (2009) http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2009:0147:FIN:it:PDF
  • Libro Verde “L’adattamento ai cambiamenti climatici in Europa – quali possibilità di intervento per l’UE” (2007) http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2007:0354:FIN:IT:PDF
  • Questionario per la redazione della Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici in Italia: https://www.cmcc.it/questionario/questionario

[1] Undici Paesi Membri dell’Unione Europea hanno già adottato una Strategia Nazionale di Adattamento: Finlandia (2005), Spagna (2006),Francia (2007), Ungheria (2008),Danimarca (2008), Olanda (2008),Regno Unito (2008), Germania (2008), Svezia (2009), Belgio(2010), Portogallo (2010), cui si aggiungono la Norvegia (2008) e la Svizzera (2012). Alcuni Paesi la stanno finalizzando.

 


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