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Home » Argomenti » Cambiamento climatico » La svolta verde del panorama finanziario

Articolo stampato dal sito https://carlocarraro.org
La svolta verde del panorama finanziario

Tags: finanza, fintech  |   Data: 30 Marzo 2017  | Nessun commento

Fintech_bnIl 2017 ha visto significativi passi avanti verso un’economia globale più verde, sostenibile ed equilibrata, sebbene questi siano stati posti in secondo piano dal trambusto politico portato dalla nuova presidenza degli Stati Uniti.

 

Per iniziare, nel corso della riunione annuale del Forum Economico Mondiale di Davos (gennaio 2017), è stata lanciata una nuova partnership, la Green Digital Finance Alliance, che mira a sfruttare il potenziale delle tecnologie digitali nel mobilizzare la finanza (inclusi investimenti, prestiti e assicurazioni) verso le sfide ambientali globali. I due fondatori dell’iniziativa sono  il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) e Ant Financial, uno dei principali fornitori di servizi finanziari online e mobile cinesi.

 

L’evento è importante per almeno due motivi.

Prima di tutto, si tratta di una nuova e (per il momento) unica partnership in un ambiente in rapida evoluzione, in cui un numero sempre crescente di attori pubblici e privati tiene d’occhio i rapidi sviluppi del settore FinTech (Financial Technology o Tecnofinanza) nel perseguire obiettivi di inclusione economica e di sviluppo sostenibile. Nel presentare l’iniziativa, il direttore esecutivo dell’UNEP Erik Solheim ha spiegato che l’obiettivo è quello di allineare il sistema finanziario globale FinTech di domani con lo sviluppo sostenibile e di rendere “la finanza verde parte integrante della vita quotidiana di ogni individuo e di ogni business”. La Green Digital Finance Alliance è la prima istituzione pioniera in un mondo governato per lo più da start-up, e ha dunque il potenziale per attrarre presto nuovi partner e ispirare nuove iniziative.

 

In secondo luogo, l’Alliance riunisce una delle più autorevoli organizzazioni ambientali globali e un’impresa leader cinese. Rappresenta quindi un’ulteriore prova che la Cina, terza economia mondiale e principale emettitore globale, sta impostando il suo percorso di crescita economica con attenzione sempre maggiore alla tutela ambientale e alla sostenibilità anche nel settore delle imprese private, e non solo dal punto di vista istituzionale (negli stessi giorni, a Davos, il premier cinese Xi Jinping pronunciava un discorso storico a sostegno di un’azione globale e della cooperazione internazionale per la tutela del clima). Per fare un esempio, ANT Financial Services ha lanciato una app che fornisce agli utenti della sua piattaforma di pagamento mobile Alipay un conto personale di carbonio, oltre al normale resoconto di crediti e risparmi. Sfruttando le potenzialità dell’internet mobile, cloud computing e big data, l’applicazione tiene traccia dei pagamenti digitali e valuta le attività degli utenti in termini di emissioni di carbonio risparmiate, traducendole in crediti di “energia verde”, che vengono poi trasformati in impegni di compensazione del carbonio di ANT. Secondo l’annuncio ufficiale, nei primi quattro mesi del progetto, 54 milioni di utenti hanno usato la app e guadagnato crediti sufficienti a piantare oltre 760.000 alberi nella regione autonoma della Mongolia Interna.

 

Il secondo importante evento del 2017 è stato la pubblicazione, a  fine gennaio, del report “Principles for Positive Impact Finance” da parte di un gruppo di banche e investitori leader mondiali. Il report contiene un insieme di criteri unico nel suo genere, che identifica gli investimenti “sostenibili” e misura il loro contributo al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS). Considerando i tre pilastri dello sviluppo sostenibile (economico, ambientale e sociale), i Principles forniscono un quadro chiaro e completo per la comunità finanziaria e per una più ampia gamma di parti interessate (compresi i governi e la società civile) per analizzare, monitorare e divulgare gli impatti positivi e negativi dei prodotti e servizi finanziari erogati.

Gli sviluppatori dei Principles sono 19 soggetti bancari e di investimento, raggruppati sotto il nome di “Positive Impact Working Group” e sotto l’egida dell’UNEP Finance Initiative. Tra i membri del Gruppo figurano BNP Paribas, ING e Société Générale, che insieme valgono oltre 6 mila miliardi di dollari.

Anche se indipendenti, i Principles possono essere considerati un “alleato strategico” delle raccomandazioni pubblicate  alla fine dello scorso anno dalla Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD) di Bloomberg. Il TCFD è stato istituito dal Consiglio per la stabilità finanziaria per stimolare e aiutare le aziende a identificare e divulgare le proprie informazioni sui rischi finanziari legati al clima, ormai sempre più richieste dagli investitori. Sotto la guida di Michael Bloomberg, il TCFD riunisce aziende con capitalizzazione di mercato pari a 1.500 miliardi di dollari e istituzioni finanziarie che gestiscono capitali per circa 20.000 miliardi di dollari, che si sono tutte dichiarate favorevoli alle  raccomandazioni di disclosure e trasparenza.

 

Tenuto conto del numero crescente di iniziative e degli attori coinvolti, è facile intuire che l’interesse, anche economico, di uno sviluppo sostenibile ha ampiamente varcato i confini della nicchia. Secondo il recente rapporto Better Business, Better World, porre gli obiettivi di sviluppo sostenibile al centro della strategia economica mondiale potrebbe sbloccare opportunità per un valore di quasi 12 mila miliardi di dollari e creare centinaia di milioni di posti di lavoro. A questo punto, la priorità è il come riuscire ad armonizzare la crescita economica con gli obiettivi di sviluppo sostenibile, non solo per le organizzazioni internazionali e per i governi, ma anche per il settore finanziario e per le imprese private. Gli autori di Principles for Positive Impact Finance hanno chiaramente sottolineato “l’appetito del mercato finanziario” per le imprese e i prodotti in linea con gli obiettivi di sostenibilità.

 

Nonostante la crescente attrattiva economica della sostenibilità, l’entità della sfida può far girare la testa a chiunque. Secondo le stime delle Nazioni Unite, gli investimenti globali necessari per implementare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile sono nell’ordine di 5-7 mila miliardi all’anno fino al 2030, di cui circa due terzi (3.300-4.500 miliardi di dollari l’anno) sono stimati per le infrastrutture di base, la sicurezza alimentare, la mitigazione dei cambiamenti climatici e l’adattamento, la salute e l’istruzione nei Paesi in via di sviluppo. Considerando gli attuali livelli di investimento, il gap annuale nei Paesi in via di sviluppo e in quelli meno sviluppati ammonta a 2.500 miliardi di dollari, che può essere colmato solo con una svolta radicale nei livelli di investimento pubblico e privato.

 

1-Fintech

 

Dall’altro lato, considerare la ricchezza globale (il PIL mondiale nel 2015 è stato pari a oltre 74.000 miliardi), o anche solamente le risorse finanziarie che riescono a mobilizzare le suddette istituzioni, aiuta a porre queste cifre imponenti nella giusta prospettiva.

La sfida principale della finanza per lo sviluppo sostenibile è quindi quella di promuovere la sostenibilità nel processo decisionale finanziario, e mobilizzare gli investimenti in modo tale che vadano a beneficiare il più ampio numero di persone possibile, garantendo l’inclusione dei gruppi più vulnerabili e meno abbienti, supportando l’utilizzo di infrastrutture sostenibili e resilienti e i progressi nei settori chiave dell’innovazione. I due eventi di gennaio (il lancio della Green Digital Finance Alliance e la pubblicazione di Principles for Positive Impact Finance) vanno nella direzione di affrontare tali sfide.

 

Nuovi sforzi e nuovi tentativi in questo senso vengono non solo da parte dei soggetti istituzionali, ma anche dal basso. Abbiamo avuto un assaggio di questa tendenza innovatrice con il Best Climate Practices 2016 Award, il concorso annuale che raccoglie idee e progetti sulle sfide legate al clima, organizzato dall’ICCG. L’edizione del 2016 si è concentrata proprio sulla ricerca di soluzioni concrete per ampliare l’accesso ai finanziamenti per il clima. Su oltre 50 candidati, ne sono stati selezionati 14 con idee e progetti per aumentare e guidare il sostegno finanziario verso azioni di mitigazione e di adattamento locali e per semplificare l’accesso ai finanziamenti per il clima.

 

2-Fintech

 

Tra le diverse e valide idee concorrenti, il premio è stato assegnato a due organizzazioni che hanno sviluppato progetti di  microfinanza ottenendo risultati concreti nei Paesi in via di sviluppo e vulnerabili ai cambiamenti climatici: il progetto “Carbon Finance for Families in Mozambique“, presentato dalla società di consulenza italiana CarbonSink, e il progetto “Clean Energy Promotion through Microfinance in Ethiopia“, gestito da un consorzio di organizzazioni e guidato dalla finlandese Gaia Consulting Oy.

Il progetto “Carbon Finance for Families in Mozambique” mira a promuovere l’efficienza energetica, la conservazione delle risorse naturali e il miglioramento delle condizioni di vita a Maputo, capitale del Mozambico, e nella città di Pemba, grazie alla distribuzione di stufe da cucina ad alta efficienza energetica finanziate con i ricavi generati da crediti di emissioni. Il progetto ha fornito 5.000 stufe nel periodo 2014-2015 e prevede di distribuirne ancora 6.500, in parte di produzione locale, durante la fase successiva.

Nel 2014, il progetto “Clean Energy Promotion through Microfinance in Ethiopia” ha avviato un meccanismo innovativo e replicabile per finanziare l’acquisto di impianti ad energia pulita da parte di famiglie e micro, piccole e medie imprese, attraverso il microcredito. Il progetto ha creato un nuovo concetto di business per tre istituzioni etiopi di microfinanza, raggiungendo ad oggi oltre 130.000 clienti, di cui 82.000 sono donne.

Il compito della giuria è stato particolarmente difficile per l’alta qualità dei progetti e la diversificazione delle strategie proposte dai candidati, che vanno dalle soluzioni digitali all’uso consapevole di crediti di carbonio, fino ai progetti di micro-finanza e quelli basati sulle comunità (si veda lo schema sottostante).

 

3-Fintech

 

Come osservato con l’esperienza Best Climate Practices dell’ICCG, l’innovazione digitale è già riconosciuta per la sua capacità di allineare gli investimenti con le esigenze di una crescita sostenibile, attenta al clima e inclusiva. La metà dei 14 partecipanti selezionati ha presentato idee basate su piattaforme digitali, alcune delle quali sono progetti già attivi. Per esempio, la Matchmaker platform, sviluppata da Climate-KIC, mira a facilitare l’accesso delle città ai finanziamenti per il trasporto sostenibile, le energie rinnovabili, la gestione dei rifiuti e l’efficienza energetica. Il progetto incoraggia la creazione di accordi tra città e investitori fornendo un metodo standardizzato ed uniforme di presentazione di progetti finanziabili. La giuria di Best Climate Practices 2016 ha conferito una menzione speciale a Matchmaker per il suo approccio sistemico e intelligente focalizzato sul settore chiave della finanza climatica urbana. Altri esempi di questo approccio sono la piattaforma OpenForests, che favorisce il collegamento tra investitori e progetti impegnati nella gestione forestale, e ClimatePlace, ideato per collegare gli sviluppatori di progetti legati al clima con gli investitori dei mercati emergenti.

 

Secondo il recente rapporto di UNEP Inquiry Fintech and Sustainable Development: Assessing the Implications, le nuove tecnologie hanno un potenziale rivoluzionario nell’integrare la sostenibilità in tutte le funzioni di base del sistema finanziario: investire, depositare e scambiare denaro, finanziare la creazione di nuovo valore e gestire il rischio. Il quadro finanziario globale sta attraversando una fase di transizione e, considerando il ritmo del progresso tecnologico, il modo in cui il denaro e le transazioni sono gestiti cambierà profondamente nei prossimi decenni (se non nei prossimi anni). Cavalcando l’onda del progresso digitale, il settore della tecnofinanza sta già manifestando cambiamenti dirompenti: si consideri ad esempio l’applicazione della tecnologia mobile e Internet per effettuare pagamenti e gestire i servizi bancari, l’inclusione dei big data nei prestiti e nella profilazione assicurativa, l’avvento della tecnologia blockchain, che ha spianato la strada alle valute virtuali e ai contratti intelligenti, ma anche il trading ad alta frequenza, i sistemi di crowdfunding e di prestito peer-to-peer, ecc. Secondo gli esperti, quello che abbiamo visto negli ultimi anni potrebbe essere solo una piccola parte di ciò che questo settore ha in serbo per il futuro.

 

Se la transazione finanziaria gioverà a tutti, consentendo un utilizzo lungimirante delle risorse naturali e un rafforzamento della protezione ambientale, dipenderà in gran parte da come il progresso della tecnologia sarà plasmato e guidato nel prossimo futuro.

Il report di UNEP Inquiry offre un viaggio affascinante e coinvolgente fra le opportunità che, se sviluppate su larga scala, possono diventare servizi e strumenti in grado di migliorare la trasparenza e l’efficienza delle transazioni finanziarie e includere le popolazioni più vulnerabili, i Paesi a basso reddito e le piccole e medie imprese in un percorso di crescita economica più sostenibile e resiliente. Questo insieme di aree di innovazione, sinteticamente raggruppate sotto l’acronimo FT4SD (“FinTech per lo Sviluppo Sostenibile”) comprende, per esempio, la creazione di identità economiche per i rifugiati, l’introduzione di contratti intelligenti nel settore degli aiuti internazionali, o lo sviluppo di sistemi comunitari di generazione energetica.

 

Attualmente queste innovazioni sono ancora nelle fasi preliminari di sviluppo(si veda il grafico seguente) e devono affrontare diversi ostacoli normativi e procedurali, come ad esempio l’elevato consumo di energia dei processi di blockchain e la gestione dei dati personali (alla luce della tutela della privacy, dell’identificazione del cliente e delle norme antiriciclaggio che gli operatori finanziari tradizionali devono rispettare).

 

4-Fintech

 

Si dovrà poi prestare una simile attenzione nella fase successiva, per ridurre o neutralizzare le conseguenze non volontarie di un’ampia adozione di soluzioni di tecnofinanza, come ad esempio l’aumento dei rischi di sicurezza informatica o l’eventuale  perdita di occupazione che la combinazione delle innovazioni tecnologiche più dirompenti (tecnologia blockchain, intelligenza artificiale e automazione, e i dispositivi IoT – Internet Of Things) può causare.

Inoltre, ci attendono sfide specifiche per finanziare la sostenibilità. Ufficializzata lo scorso anno per sostituire gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, la strategia delle Nazioni Unite si basa su un complesso sistema di 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) e 169 target associati. Le tecnologie emergenti saranno fondamentali per migliorare la raccolta e la gestione dei dati e per ridurre i costi e gli sforzi nel monitorare i progressi Obiettivo per Obiettivo, settore per settore, individuando meglio le aree bisognose di particolare attenzione. Dall’altro lato, la tecnologia da sola non può garantire una transizione completa delle attuali strutture economiche e sociali. E’ necessario uno sviluppo delle conoscenze e delle competenze locali per individuare progetti specifici e coerenti con gli OSS e per convertirli in opportunità di investimento che possano risultare appetibili per gli investitori nazionali e internazionali. In questo contesto, il ruolo dei governi rimane cruciale, dati gli alti costi iniziali del processo di sviluppo di progetti finanziabili, costi difficilmente sostenibili da parte di piccole entità e comunità locali. L’intervento pubblico sarà quindi tanto più efficace quanto più si concentrerà sul rafforzamento delle capacità locali e quanto più si sforzerà di superare gli ostacoli di scala (ad esempio, la creazione di strumenti di finanziamento), in modo tale che gli investimenti privati possano essere pienamente mobilizzati.

Il settore FT4SD rappresenta un alleato strategico, non un percorso alternativo, verso un’economia più verde, inclusiva e resiliente.

 

 

Riferimenti bibliografici:

UNEP Finance Initiative (2017) Principles for Positive Impact Finance

TCFD (2016) Recommendations of the Task Force on Climate-related Financial Disclosures

Business & Sustainable Development Commission (2017) Better Business, Better World

UNCTAD (2014) World Investment Report 2014. Investing in the SDGs: An Action Plan

ICCG Best Climate Practices observatory

UNEP Inquiry (2017) Fintech and Sustainable Development: Assessing the Implications

 

Riconoscimenti

Aurora D’Aprile ha contribuito alla redazione di questo articolo.


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