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Home » Argomenti » Cambiamento climatico » Misurare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile

Articolo stampato dal sito https://carlocarraro.org
Misurare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile

Tags: obiettivi di sviluppo sostenibile, sdgs, sviluppo sostenibile  |   Data: 28 Luglio 2016  | Nessun commento

A settembre 2015, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato all’unanimità gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs), che sostituiscono gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (2000-2015) nell’intento di guidare le scelte politiche, sia nazionali che locali, verso l’eliminazione della povertà e il conseguimento di uno sviluppo sostenibile, con orizzonte il 2030.

 

Alla definizione dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e dei 169 target associati è seguito un lungo dibattito per definire i migliori indicatori destinati a misurarne il raggiungimento. Dopo un ampio processo di consultazione, l’United Nations Inter-Agency Expert Group on SDG Indicators (UN IAEG SDGs), alla 47a sessione della Commissione Statistica delle Nazioni Unite “Better Data Better Lives” dello scorso marzo, ha presentato il suo rapporto (UN IAEG SDGs, 2016). I 240 indicatori statistici approvati in tale occasione saranno quelli utilizzati per misurare l’effettivo processo di avvicinamento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

 

Nonostante ci siano ancora diversi aspetti critici da risolvere per rendere l’intero processo di implementazione efficace e di successo – tra cui il necessario sostegno ai Paesi in via di sviluppo con adeguati investimenti e assistenza finanziaria (OECD, 2014; UN SDSN, 2015) – gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile stanno sempre più diventando un punto di riferimento per il policy making nazionale e locale. Risulta dunque cruciale iniziare a preparare adeguati set di dati per misurare il progresso di ciascun Paese. Tra i recenti contributi sul tema degni di nota, vi sono il Rapporto della Green Growth Knowledge Platform (GGKP) “Measuring Inclusive Green Growth at the Country Level”, il “SDG Index and Dashboards – Global Report” realizzato da SDSN e Fondazione Bertelsmann, e “APPS Project” (Assessment, Projections and Policy of Sustainable Development Goals) sviluppato dalla Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM).

 

Il Rapporto di GGKP “Measuring Inclusive Green Growth at the Country Level”

Il rapporto di GGKP fornisce un’attenta panoramica e categorizzazione delle risorse più affidabili da un lato, e dei principali ostacoli e limiti dall’altro, in tema di raccolta di dati a livello dei singoli Paesi. Vale la pena di notare che la prospettiva degli autori non si riferisce all’insieme degli SDGs (oggetto del lavoro svolto dalle Nazioni Unite), ma alle diverse componenti di quella che è chiamata Inclusive Green Growth (IGG –  Crescita Verde Inclusiva) (WB, 2012).

Lo studio valuta i principali limiti degli strumenti ad oggi disponibili per monitorare l’interazione tra le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile. Il tradizionale triangolo “economico-sociale-ambientale” è sostituito, nel contesto IGG, dal triangolo “crescita-verde-inclusiva”, che meglio evidenzia l’interazione tra le tre dimensioni in una prospettiva dinamica: la crescita economica, oltre a rappresentare un obiettivo in sé, deve essere verde e inclusiva. Gli autori propongono inoltre diverse linee guida per migliorare il processo di integrazione e analisi di indicatori rilevanti. Il lavoro svolto è particolarmente utile ai decisori politici nel chiarire gli scopi delle differenti metodologie che misurano il progresso verso uno sviluppo sostenibile e i loro rispettivi vantaggi e svantaggi in specifici contesti nazionali.

 

Le componenti di Inclusive Green Growth e le lacune nella misurazione

Il rapporto di GGKP identifica, descrive e collega a sotto-temi e indicatori i 5 macro-temi che caratterizzano l’IGG: 1) Risorse Naturali; 2) Efficienza delle Risorse e Disaccoppiamento; 3) Resilienza e Rischio; 4) Opportunità e Sforzi Economici; 5) Inclusività.

Un importante contributo del rapporto è stato quello di evidenziare le principali lacune nella disponibilità e nella raccolta di dati per ciascuno di tali temi. Per iniziare, gli autori sottolineano l’importanza dei dati qualitativi – che talvolta risultano ancor più difficili da raccogliere rispetto a quelli quantitativi – per il tema Risorse Naturali. Per fare un esempio, individuare una crescente disponibilità d’acqua in una determinata zona non può essere un elemento sufficiente a dedurre un alleviamento della sete e una riduzione della scarsità d’acqua, in quanto l’acqua in questione potrebbe essere altamente inquinata.

Va notato che, nel contesto degli SDGs, l’importanza dei dati qualitativi è stata affrontata anche guardando alla dimensione sociale. Per fare degli esempi, l’SDG3 (Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età) deve rilevare la ‘speranza di vita in buona salute alla nascita’, l’SDG4 (Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti) le effettive ‘abilità alfabetiche e di calcolo’ a prescindere dai titoli di studio, e l’SDG8 (Incentivare una crescita economica, duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti) i ‘posti di lavoro dignitosi’.

Tornando al tema delle Risorse Naturali, e in riferimento ai dati quantitativi raccolti, persistono delle sfide ben note, legate alla necessità di fornire analisi costi-benefici basate su valutazioni monetarie di beni e servizi non di mercato, così come alla richiesta di una più profonda comprensione di quali siano le soglie e i punti di non ritorno che è essenziale evitare di superare per evitare effetti indesiderati e ingestibili.

La carenza di dati, dovuta anche alla mancanza di interessi privati nel raccoglierli, è un problema che riguarda anche il monitoraggio di altre dimensioni degli IGG, in particolare Resilienza e Rischio e Inclusività. Ad esempio, date le difficoltà nel reperire dati legati al settore agricolo nei Paesi in via di sviluppo, è una vera sfida ottenere una fotografia accurata della distribuzione degli impatti delle politiche ambientali o, all’opposto, dell’inazione che colpisce largamente settori ad alta intensità di lavoro, com’è il caso dell’agricoltura.

In riferimento agli aspetti economici (Efficienza delle Risorse e Disaccoppiamento, Opportunità e Sforzi Economici), dove il mondo degli affari è maggiormente coinvolto, un ostacolo è dato dal fatto che, spesso, i dati disponibili non siano open source. Tuttavia, c’è un interesse crescente nel raccoglierli e nell’evidenziare indicatori come, per esempio, la quota di valore aggiunto settoriale e l’occupazione nei settori “verdi”.

Infine, il rapporto sottolinea l’importanza di tenere conto, nel processo di data collection, di aspetti come la trasparenza, la comunicabilità e la rilevanza per la policy: poiché la raccolta di dati è costosa, sono necessari sforzi congiunti e forti cooperazioni da parte di tutte le comunità coinvolte (dall’accademia alle istituzioni internazionali, fino agli attori locali) per assicurare che i benefici derivanti dalle conquiste in termini di conoscenza superino i costi necessari.

 

Approcci metodologici per monitorare lo sviluppo sostenibile

Il rapporto di GGKP fornisce anche un’ampia analisi di 4 differenti strumenti descritti dal rapporto “Commission on the Measurement of Economic Performance and Social Progress” (Stiglitz et al., 2010) per un monitoraggio e una misurazione combinati e comprensivi degli indicatori IGG, ovvero:

  • Cruscotto di indicatori
  • Indici compositi
  • Impronta ambientale
  • Indicatori economici corretti includendo le altre dimensioni della sostenibilità.

Tra le criticità individuate, la numerosità di indicatori utilizzati nel Cruscotto potrebbe non mettere adeguatamente in luce molte delle priorità per la sostenibilità e potrebbe rendere difficile il confronto tra Paesi. Anche gli indici compositi hanno delle controindicazioni, legate all’arbitrarietà nelle procedure di aggregazione. SDSN (2016) – Sustainable Development Solutions Network -, iniziativa delle Nazioni Unite, ha recentemente pubblicato un confronto tra gli indici sintetici al fine di valutare le loro differenze e misurare i loro limiti, ma anche di attrarre l’attenzione del mondo della policy.

L’impronta ambientale cattura ampiamente le pressioni sulle risorse naturali, ma non fornisce informazioni sulle altre dimensioni della sostenibilità, oltre a non prendere in considerazione i benefici del futuro progresso tecnologico.

Infine, l’utilizzo di Indicatori economici corretti includendo le altre dimensioni della sostenibilità richiede un enorme sforzo per valutare le diverse componenti senza incorrere in errori ed incongruenze.

Gli autori evidenziano il grado di complementarietà tra gli indicatori in ognuno dei quattro approcci sopra descritti, riferendosi al concetto di sostenibilità debole/forte (ovvero, in quale misura (alta/bassa) le performance di diversi indicatori possono compensarsi a vicenda). Mentre il cruscotto di indicatori si rifà al concetto di sostenibilità forte, gli altri strumenti, tutti riferiti a misure aggregate, implicano minore complementarietà tra indicatori e quindi un concetto più debole di sostenibilità. Questo rappresenta un importante punto critico se si considera la misurazione combinata dei 17 SDGs (ONU SDSN, 2016).

Il rapporto GGKP rappresenta una risorsa preziosa per chi è interessato a misurare lo sviluppo sostenibile, in quanto stabilisce le line guida e le principali differenze tra gli strumenti di cui sopra e ne analizza i rispettivi scopi. Data la differenza tra approcci, gli autori suggeriscono di utilizzare più di una metodologia per monitorare il progresso nello sviluppo sostenibile e nella crescita verde inclusiva, a seconda dei bisogni e delle peculiarità di un Paese.

 

Modellizzare e Valutare gli SDGs

Nel 2014, il rapporto “A World that Counts” (UN-IEAG, 2014) rappresentò una pietra miliare nel promuovere un diffuso, continuo e comune sforzo da parte dei mondi della ricerca, della politica, del business e della società civile per colmare la carenza di dati e aumentare la conoscenza del mondo in cui viviamo. La “rivoluzione dei dati per uno sviluppo sostenibile” proclamata dal rapporto dovrebbe affrontare tre importanti aspetti: dati per tutti (i dati dovrebbero essere utili per e utilizzabili da tutti), dati per oggi (i dati dovrebbero essere forniti più in fretta in modo da consentire un tempestivo decision-making) e dati per il futuro (dobbiamo comprendere i trend futuri per anticipare le, o adattarci alle, sfide che ci attendono).

Per quanto riguarda quest’ultimo punto, sia il rapporto GGKP che il rapporto SDSN evidenziano la necessità di ulteriori sforzi di ricerca per individuare e valutare nuovi percorsi di sviluppo che impostino obiettivi di lungo termine, specialmente in riferimento al tema “Resilienza e Rischio”. Tali percorsi non devono sottovalutare né le priorità specifiche di una nazione, né i fattori esogeni internazionali. Gli scenari di policy devono essere valutati tenendo in considerazione la multidimensionalità del mondo globalizzato, caratterizzato da diverse interazioni che collegano dinamiche socio-economiche e ambientali.

Finora, ci sono solo alcuni esempi di lavori svolti in questo specifico ambito. Tra gli altri, vi è il progetto APPS – Assessment, Projections and Policy of Sustainable Development Goals (continuazione del progetto FEEM SI (Carraro et al., 2016), esaminato nel rapporto GGKP (2016)), condotto dalla Fondazione Eni Enrico Mattei. A partire dalla definizione di “benessere corrente”, basata su 25 indicatori e indici compositi che coprono tutte le dimensioni degli SDGs e degli IGG (Campagnolo et al., 2015), APPS adotta un modello macro-economico, esteso con variabili sociali e ambientali, per calcolare gli indicatori degli SDGs nel prossimo futuro (al 2030). L’obiettivo finale è quello di prevedere gli SDGs più a rischio di non essere raggiunti e proporre le vie più efficaci per migliorare i livelli di sostenibilità in tutto il mondo. Un così complesso quadro può aiutare l’intera comunità impegnata nel definire il percorso per uno sviluppo sostenibile a fornire analisi adeguate per migliorare la puntualità e l’efficacia del messaggio politico.

 

 

Riferimenti

Campagnolo L., Carraro C., Eboli F., Farnia L. (2015) , Assessing SDGs: a new methodology to measure sustainability, FEEM Nota di Lavoro, 89.2015

Carraro, C., L. Campagnolo, F. Eboli, S. Giove, E. Lanzi, R. Parrado, M. Pinar e E. Portale (2013), The FEEM Sustainability Index: An Integrated Tool for Sustainability Assessment, in M. G. Erechtchoukova et al. (eds.), Sustainability Appraisal: Quantitative Methods and Mathematical Techniques for Environmental Performance Evaluation, EcoProduction, 9-32, dx.doi.org/10.1007/978-3-642-32081-1_2

Carraro C., Campagnolo L., Davide, M., Eboli F., Lanzi E., Parrado R. (2016), Can Climate Policy Enhance Sustainability?, Climatic Change, 137(3), 639-653

FEEM – Fondazione Eni Enrico Mattei (2016) , Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, Equilibri 2016.01, Il Mulino, Bologna

GGKP – Green Growth Knowledge Platform, (2013), Moving towards a common approach on green growth indicators, GGKP Scoping Paper No. 1, available at this link

GGKP – Green Growth Knowledge Platform, (2016), Measuring Inclusive Green Growth at the Country Level – Taking Stock of Measurement Approaches and Indicators, GGKP Research Committee on Measurement & Indicators, available at this link

OECD – Organisation for Economic Co-operation and Development, (2014), Development Co-operation Report 2014: Mobilising Resources for Sustainable Development, available at: http://www.oecd-ilibrary.org/development/development-co-operation-report-2014_dcr-2014-en .

Sachs, J., Schmidt-Traub, G., Kroll, C., Durand-Delacre, D. and Teksoz, K. (2016): SDG Index and Dashboard – Global Report. New York: Bertelsmann Stiftung and Sustainable Development Solutions Network (SDSN).

Stiglitz J.E., Sen A. and Fitoussi J.P., (2010), Report by the Commission on the Measurement of Economic Performance and Social Progress, available at: http://www.insee.fr/fr/publications-et-services/dossiers_web/stiglitz/doc-commission/RAPPORT_anglais.pdf

UN – United Nations, (2015), The Millennium Development Goals Report 2015, available at this link

UN IAEG SDGs – United Nations Inter-Agency Expert Group on SDG Indicators, (2016), Report of the Inter-Agency and Expert Group on Sustainable Development Goal Indicators, available at: http://unstats.un.org/unsd/statcom/47th-session/documents/2016-2-IAEG-SDGs-E.pdf

UN IEAG – United Nations Independent Expert Advisory Group on a Data Revolution for Sustainable Development, (2014), A World that Counts: Mobilising the Data Revolution for Sustainable Development, available at: http://www.undatarevolution.org/wp-content/uploads/2014/12/A-World-That-Counts2.pdf

UN SDSN – United Nations Sustainable Development Solutions Network, (2015), Data for Development. A Needs Assessment for SDG monitoring and Statistical Capacity Development, available at: http://unsdsn.org/wp-content/uploads/2015/04/Data-for-Development-Full-Report.pdf

UN SDSN – United Nations Sustainable Development Solutions Network, (2016), SDG Index and Dashboard – Global Report, available at: http://sdgindex.org/download/

WB – World Bank, (2012), Inclusive Green Growth: The pathway to Sustainable Development, available at: http://siteresources.worldbank.org/EXTSDNET/Resources/Inclusive_Green_Growth_May_2012.pdf.

 

Riconoscimenti

Fabio Eboli ha contribuito alla redazione di questo articolo.


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