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Home » Argomenti » Cambiamento climatico » Obama, il nuovo impegno per il clima

Articolo stampato dal sito https://carlocarraro.org
Obama, il nuovo impegno per il clima

Tags: obama, politiche climatiche, USA  |   Data: 26 Gennaio 2013  | Nessun commento

Lo scorso lunedì, nel discorso per il suo secondo insediamento alla Casa Bianca, Barak Obama ha riportato l’azione per il clima al centro del suo impegno politico, dedicando sorprendentemente ai cambiamenti climatici un minuto e mezzo dei venti a sua disposizione, più che in ogni altro suo precedente discorso internazionale. Nelle sue 159 parole sul tema, il Presidente si impegna ad affrontare la sfida del clima nel rispetto di Dio e delle generazioni future, riafferma l’autorità delle scienze climatiche e insiste sul ruolo trainante che gli Stati Uniti devono avere nella transizione verso un’economia verde.

Ecco le sue parole:

Noi, il popolo, crediamo ancora che i nostri obblighi in quanto americani non siano solo verso noi stessi, ma verso tutti i posteri. Risponderemo alla sfida dei cambiamenti climatici, sapendo che fallire in ciò sarebbe tradire i nostri figli e le future generazioni. Alcuni possono ancora negare la sentenza schiacciante della scienza, ma nessuno può evitare l’impatto devastante degli incendi che imperversano, della siccità paralizzante e delle tempeste più potenti.

Il cammino verso fonti di energia sostenibili sarà lungo e talvolta difficile, ma l’America non può resistere a questa transizione, dobbiamo portarla avanti. Non possiamo cedere ad altre nazioni la tecnologia che alimenterà nuovi posti di lavoro e nuove industrie; dobbiamo rivendicare questa promessa.
E’ così che manterremo la nostra vitalità economica e il nostro tesoro nazionale – i nostri boschi e corsi d’acqua, i nostri campi e cime innevate. E’ così che preserveremo il nostro pianeta, affidatoci da Dio. E’ questo che darà un senso alla fede che i nostri padri un tempo dichiararono.

 

Il discorso dedicato al clima, che si inserisce in un contesto che ruota attorno ai concetti chiave di libertà, azione collettiva, uguaglianza e azione di fronte alle nuove sfide, riporta i cambiamenti climatici tra le priorità nazionali accanto al controllo delle armi e alla riforma dell’immigrazione.

Inevitabile chiedersi se l’amministrazione riuscirà ad agire concretamente questa volta, dopo la delusione dello scorso mandato, quando la legge sul clima, destinata ad imporre un prezzo alle emissioni di gas serra americane, non era riuscita ad avere il consenso necessario per essere approvata al Congresso e la priorità della questione climatica era stata soppiantata da altri tipi di urgenze di ordine economico e di politica interna.

Anche questa volta potrebbe non essere facile per Obama far risuscitare la legge sul clima, con il Congresso in mano Repubblicana fino al 2014. Ma sembra che stavolta sia più determinato ad utilizzare il suo potere esecutivo per compiere progressi sulla questione climatica. L’amministrazione federale ha in effetti strade alternative a sua disposizione, in particolare la regolamentazione dei gas ad effetto serra ai sensi del Clean Air Act, la legge federale gestita dall’Environmental Protection Agency (EPA) per la regolamentazione delle emissioni, che già negli scorsi anni ha permesso agli Stati Uniti di perseguire obiettivi di mitigazione attraverso l’imposizione i standard in alcuni settori.

Il budget di Obama per il 2013 aumenta del 7% i fondi in Ricerca e Sviluppo al Dipartimento di Energia, destinati in particolare alle tecnologie di immagazzinamento di energia, al miglioramento dei rendimenti dalla produzione di energia fotovoltaica e da biomassa.

Finora, alcuni decenni di vertici e risoluzioni internazionali non hanno avuto successo nell’invertire il trend di crescita delle emissioni di gas a effetto serra nella nazione che “vanta” la quantità di emissioni di anidride carbonica pro-capite più alta del mondo. Ricordiamo però che i cambiamenti climatici necessitano di una soluzione globale: senza gli Stati Uniti e la Cina, insieme responsabili della metà delle emissioni di gas serra globali, nessun accordo potrebbe funzionare. Ma per ottenere una azione davvero efficace da parte della Cina, serve che siano gli Stati Uniti ad adottare, in modo unilaterale, ed esercitando anche in questa campo una vera azione di leadership a livello mondiale, delle concrete misure di riduzione delle loro emissioni.

“Quando i tempi cambiano, dobbiamo cambiare anche noi”, ha affermato Obama nel suo discorso. La conclusione del 2013 come anno più caldo di sempre per gli Stati Uniti, gli eventi estremi che colpiscono il Paese in modo sempre più massiccio, l’opinione pubblica che chiede un’azione politica: i tempi stanno cambiando, e il periodo della nuova legislatura sarebbe per gli Stati Uniti la perfetta occasione per partecipare al processo lanciato a Durban per la definizione del nuovo accordo vincolante post-2020, da definire entro il 2015.

Maggiori informazioni:

  • “10 ways Barack Obama can address climate change”, RTCC (24 gennaio 2013): http://www.rtcc.org/10-ways-barack-obama-can-address-climate-change/
  • “President Obama commits to climate change actions”, Climate Policy Watcher (23 gennaio 2013): http://www.climate-policy-watcher.org/?q=node/461
  • The Next Chapter: President Obama’s Second-Term Foreign Policy, Xenia Dormandy, Chatham House (gennaio 2013): http://www.chathamhouse.org/sites/default/files/public/Research/Americas/0113pr_dormandy.pdf
  • “Obama’s Chance for a Fresh Start on a Climate-Smart Energy Quest”, Andrew Rewkin, NY Times: http://dotearth.blogs.nytimes.com/2013/01/21/obamas-chance-for-a-fresh-start-on-a-climate-smart-energy-quest/
  • Testo integrale del discorso di Obama (21 gennaio 2013): http://www.theatlanticwire.com/politics/2013/01/text-obamas-inaugural-address/61224/

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